Partecipo con piacere all’iniziativa di Precisina del blog Mamma che buono, che prevede la preparazione, reinterpretazione, invenzione di un piatto povero…ma bello.
Questa ricetta…povera è povera… se poi è anche bella…questo non posso giudicarlo.
Questa preparazione nasce da molto lontano, per l’esattezza al lontano 1943, anno in cui è entrata ufficialmente nella cucina di mia mamma. Sicuramente era abitudine già molti anni prima consumare fagioli lessati e passati a crema per condire il radicchio rosso con cipolla e molto aceto.
Alcune famiglie usavano condire il radicchio anche con la pasta e fagioli avanzata, bella fredda e compatta, che poi veniva stemperata con olio e aceto.
La zona dove ancora sopravvive questa usanza è circoscritta tra le province di Treviso e Venezia, esattamente la zona del basso Piave (S.Donà di Piave, Zenson di Piave, San Polo di Piave).
Durante la seconda guerra mondiale, mia mamma per un periodo è stata ospite da una zia proprio nell zona sopracitata, e con suo grande stupore si trovò a consumare una zuppa fredda con pasta insieme a dell’insalata, cosa mai vista prima…e pensò a quante cose strane passassero per le tavole della gente. Forse pensò all’asprezza della guerra, alla possibilità seppur umile di disporre di pochi alimenti che i campi potevano assicurare alle famiglie. E così il cibo quotidiano era : polenta, latte e zucchero per colazione, pasta e fagioli, zuppa di verdure, radicchio, verze, cavoli a pranzo e polenta e baccalà, polenta e aringa, polenta e spezzatino (poca carne, tanto sugo) alla sera.
Forse sono state le difficoltà di queglli anni, il ritorno a Venezia sotto i bombardamenti, la casa perduta…l’impossibiltà totale a procurarsi un pasto decente ogni giorno, che noi figli siamo cresciuti con il più alto rispetto del cibo (dall’acquisto, alla manipolazione, al consumo, all’assenza dello spreco) a mangiare qualsiasi cosa purchè sana.
Questa la ricetta rivisitata da me utilizzando gli stessi ingredienti di un tempo:
RADICCHIO DI TREVISO E PASTA E FAGIOLI AVANZATA
X la pasta e fagioli
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
400 gr di fagioli secchi varietà Lamon
Olio
Pepe
Sale
100 gr. di spaghetti
Mettere a bagno i fagioli in acqua fredda per 8 ore.
Preparare un soffritto con olio cipolla e aglio tritati finemente. Versare i fagioli e coprirli di acqua.
Portare a cottura. Quando teneri ridurli a crema usando il passaverdure. Riporre la crema di fagioli sul fuoco, versare ancora ½ bicchiere di acqua, salare e pepare e aggiungere gli spaghetti spezzettati.
Continuare a cuocere fino a che gli spaghetti saranno ben cotti.
Regolare di sale e aggiungere un filo d’olio.
Lasciare raffreddare .
X le quenelle di radicchio
2 gambi di radicchio di Treviso tardivo.
Aceto
Olio
Pepe
Sale.
Mondare il radicchio, lavarlo e tagliarlo a quarti. Stufarlo in una pentola ancora grondante di acqua, aggiungere 2 cucchiai di aceto, sale, pepe e un giro d’olio. Quando sarà appassito passarlo al mixer e tritarlo grossolanamente.
Preparazione del piatto.
Sistemare a specchio, su una fondina, due mestoli di pasta e fagioli tiepida. Con l’aiuto di due cucchiai formare le quenelle di radicchio ed adagiarle al centro del piatto.
Ultimare la preparazione con qualche striosciolina di porro grigliato o anello di cipolla.
Questa ricetta…povera è povera… se poi è anche bella…questo non posso giudicarlo.
Questa preparazione nasce da molto lontano, per l’esattezza al lontano 1943, anno in cui è entrata ufficialmente nella cucina di mia mamma. Sicuramente era abitudine già molti anni prima consumare fagioli lessati e passati a crema per condire il radicchio rosso con cipolla e molto aceto.
Alcune famiglie usavano condire il radicchio anche con la pasta e fagioli avanzata, bella fredda e compatta, che poi veniva stemperata con olio e aceto.
La zona dove ancora sopravvive questa usanza è circoscritta tra le province di Treviso e Venezia, esattamente la zona del basso Piave (S.Donà di Piave, Zenson di Piave, San Polo di Piave).
Durante la seconda guerra mondiale, mia mamma per un periodo è stata ospite da una zia proprio nell zona sopracitata, e con suo grande stupore si trovò a consumare una zuppa fredda con pasta insieme a dell’insalata, cosa mai vista prima…e pensò a quante cose strane passassero per le tavole della gente. Forse pensò all’asprezza della guerra, alla possibilità seppur umile di disporre di pochi alimenti che i campi potevano assicurare alle famiglie. E così il cibo quotidiano era : polenta, latte e zucchero per colazione, pasta e fagioli, zuppa di verdure, radicchio, verze, cavoli a pranzo e polenta e baccalà, polenta e aringa, polenta e spezzatino (poca carne, tanto sugo) alla sera.
Forse sono state le difficoltà di queglli anni, il ritorno a Venezia sotto i bombardamenti, la casa perduta…l’impossibiltà totale a procurarsi un pasto decente ogni giorno, che noi figli siamo cresciuti con il più alto rispetto del cibo (dall’acquisto, alla manipolazione, al consumo, all’assenza dello spreco) a mangiare qualsiasi cosa purchè sana.
Questa la ricetta rivisitata da me utilizzando gli stessi ingredienti di un tempo:
RADICCHIO DI TREVISO E PASTA E FAGIOLI AVANZATA
X la pasta e fagioli
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
400 gr di fagioli secchi varietà Lamon
Olio
Pepe
Sale
100 gr. di spaghetti
Mettere a bagno i fagioli in acqua fredda per 8 ore.
Preparare un soffritto con olio cipolla e aglio tritati finemente. Versare i fagioli e coprirli di acqua.
Portare a cottura. Quando teneri ridurli a crema usando il passaverdure. Riporre la crema di fagioli sul fuoco, versare ancora ½ bicchiere di acqua, salare e pepare e aggiungere gli spaghetti spezzettati.
Continuare a cuocere fino a che gli spaghetti saranno ben cotti.
Regolare di sale e aggiungere un filo d’olio.
Lasciare raffreddare .
X le quenelle di radicchio
2 gambi di radicchio di Treviso tardivo.
Aceto
Olio
Pepe
Sale.
Mondare il radicchio, lavarlo e tagliarlo a quarti. Stufarlo in una pentola ancora grondante di acqua, aggiungere 2 cucchiai di aceto, sale, pepe e un giro d’olio. Quando sarà appassito passarlo al mixer e tritarlo grossolanamente.
Preparazione del piatto.
Sistemare a specchio, su una fondina, due mestoli di pasta e fagioli tiepida. Con l’aiuto di due cucchiai formare le quenelle di radicchio ed adagiarle al centro del piatto.
Ultimare la preparazione con qualche striosciolina di porro grigliato o anello di cipolla.
Ciao Alex, felice che tu abbia scoperto il mio blog :-) e grazie 1000 per il contributo povero, ma bello (certo che è anche bello!), inserito tutto. N.
RispondiEliminainteressante questa tua bella proposta!!
RispondiEliminaPensa che io da bambina mangiavo passati a crema tutti i legumi, mi piacevano solo così.
RispondiEliminaAle, qui nevica....
La tua interpretazione, rende la povertà originaria di questo piatto, un lontano ricordo.
RispondiEliminaCiao
E si quanti bei piatti e quanti modi diversi di cucinarli e di presentarli.
RispondiEliminaciao
Lydia...prova la passata di fagioli sul radicchio di treviso condito.... mercoledí te ne porto un borsone!!!!
RispondiEliminaChe bella questa ricetta!!! molto originale le quenelle i radicchio :)
RispondiEliminaquesto asieme di radicchio e fagioli non l'avevo mai sentito ma tutto il resto si..mi piace molto stufare il radicchio per cui proverò certamente questa tua ricetta , che ha sempre una presentazione da vero chef ( la classe non è acqua ) . un abbraccio nebbioso
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