Il contest scade proprio oggi....e manco a dirlo arrivo con il fiatone. Ma sono contenta di contribuire a questa raccolta lanciata da Rossella sui Cjalsons, tipica pasta ripiena di area carnica.
Preparazione che nasce spesso dal riciclo di ingredienti e dalla povertá/reperibilitá degli stessi. La pasta puó essere a base patate, o molto semplicemente farina e acqua. È il ripieno che arricchisce e completa la "francescana" semplicitá della sfoglia. Ripieno a volte agro/dolce con uvetta, ortiche, ricotta, altre piú robusto con salsicce e formaggi stagionati, o profumato grazie alla cannella e/o altre spezie.
Posso dire che una sola ricetta non esiste, ogni paese ma direi meglio ogni casa ha la propria, che ogni volta puó variare in base alla stagione e ai prodotti disponibili.
Spesso li ho gustati in Carnia...ma mai li avevo replicati a casa mia...o meglio, preparo spesso tortelli &co...a volte senza rendermi conto che proprio di Cjalsons si tratta e non di agnolotti o ravioli propriamente detti.
Delle 6 ricette tratte dal libro "Vecchie e nuove ricette di Carnia" di Gianni Cosetti e delle 3 gentilmente concesse da Anna Cosetti ho scelto proprio una delle "inedite" proprio quella che veniva servita al Ristorante Il Roma di Tolmezzo.
Piú che una ricetta accademica, una descrizione minuziosa sul "come procedere", riassumendo in poche righe i profumi e i sapori che questi Cjalsóns sanno esprimere.
Riporto di seguito il testo originale di Anna Cosetti:
Pasta matta ossia farina, acqua, sale e un goccio d'olio
Per l'impasto passo la cipolla nel burro e olio, aggiungo le ortiche (in alternativa gli spinaci), la ricotta bianca, un pò di ricotta affumicata, pane nero, mela, pepe e sale.
Frullo il tutto e adagio un cucchiaino al centro di un cerchio di pasta di circa 10 cm. Poi sopra metto una uvetta ammollata nel rhum e chiudo il raviolo a mezzaluna, per concludere con il pollice e l'indice faccio tre zampe di gallina. Questa é la ricetta che serviva mio papá in ristorante. Dopo aver lessato i cjalsóns, si adagiano tre nel piatto, si aggiunge un pó di grana e sopra si mette il burro fuso caldissimo. Si accompagnano con della ricotta affumicata grattugiata.
Cjalsòn "aperto"...mia variante per terminare tutti gli ingredienti...
In abbinamento a questo piatto ho scelto un Holbar rosso 2003 (3 bicchieri e 5 grappoli nel 2010) di Giorgio Marega di San Floriano del Collio-Gorizia. Uvaggio:80% merlot, 15% cabernet franc, 5% gamay. Nonostante l'attitudine a produrre dei buonissimi bianchi (fresco fresco di 3 bicchieri il Friulano) Giorgio riesce a concentrare in questa bottiglia tutta la passione e il duro lavoro che quotidianamente lo tiene impegnato in vigna. Profumo ampio che preannuncia un assaggio pieno e riccamente rivolto a sentori di tartufo, tabacco...un vino "maschio" che avvolge il palato giá al primo sorso. Basta attendere un attimo, senza fretta il vino aprirá nuove sensazioni, aromi di terra e di bosco. Non uguale a se stesso rivelerá durante la degustazione altri volti inaspettati.
molto raffinati :)
RispondiEliminaDelicatissimi, fanno venire l'acquolina in bocca!
RispondiEliminaBravissima Alex..
Un bacio
Babi di rossociliegia
troppo buoni e troppo chic!!
RispondiEliminapassa a trovarci!
www.modemuffins.blogspot.com
baci!
MMM
Belli. Idem per l'usuale composizione stilosa (ma non e' che faresti corsi di food styling?)
RispondiEliminaDue domande impertinenti: 1) Ma quello schizzetto di salsa sulla sinistra, un po' granuloso, cos'e', burro? e 2) E quei fiammiferini cosa sono, ricotta affumicata?
Mirtilla...grazie!!
RispondiEliminaBarbara...buoni da paura!!
MMM...avete ragione: troppo buoni
Corrado...no, al momento niente corsi (non ho tempo...ma ci sto lavorando su....sai quella storia sul pesce....vedremo) la salsa non é altro che una ricotta affumicata leggermente sciolta con un goccio di latte, i fiammiferi non sono altro che filetti di mela (la stessa che ho usato nel ripieno)
belli, dall'inizio alla fine. Mi è piaciuta molto anche la storia del chicco di uvetta ammollato deposto uno per uno, ma il tocco finale delle 3 zampe di gallina?
RispondiEliminama che sciccosi!!
RispondiEliminaMaite...li ho chiusi semplicemente a mezzaluna senza fare le zampette (li avevo mangiati lisci e non avendo mai visto fare l'"operazione" ho evitato)
RispondiEliminaMaia...sembrano davvero sciccosi...eppure gli ingredienti sono poverissimi. Conta molto in questo caso la bravura delle donne di Carnia
Wow! belli e buoni!!! brava Alex!
RispondiEliminaAlex, il tuo cjalson aperto è ancora più affascinante di quello chiuso. Non sono ancora riuscita a fare (e mangiare) piatti con le ortiche ... gli spinaci non sono la stessa cosa, vero ?? Comunque il tuo piatto è davvero magnifico, c'è sempre moltissimo da imparare !! Manu
RispondiEliminaquanto adoro i cjalsons...!
RispondiEliminatriestina parigina Irene
http://pellegrinidiartusi.blogspot.com
WOW! questi cialson sono perfetti! Una delle migliori ricette viste in rete...eleganti, rafffinati, precisi e...golosi! Bravissima! Un bacio
RispondiEliminache nostalgia del friuli, alex.
RispondiEliminaFederica...grazie, sei gentilissima!!
RispondiEliminaManu...no, le ortiche sono diverse (le uso spesso in primavera per risotti e "lasagnette")hanno quella punta piccantina molto originale...ma gli spinaci possono essere una buona variante invernale
Irene...´na mula de trieste?...il cambio cittá non credo sia drammatico: Parigi ha un bel perché!!!
Claudia...troppo gentile dai, di belle ricette ce ne sono a "pacchi"...io ci ho provato!!
HysteriaLane...troppo trascurato il Friuli...eppure ha dei luoghi bellissimi ed inaspettati (per non parlare delle specialitá gastronomiche...)
già è vero, anche in autunno le ortiche son buonissime. gran bel piatto alex, anche in versione open!
RispondiEliminaSara...grazie...a me son piaciuti proprio tanto...ho visto anche il tuo "unico" molto mmmm invitante!!!
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