Tra poco al via l'edizione 2012 di Identità Golose (dal 5 al 7 febbraio) raffinata "creatura" voluta e plasmata da Paolo Marchi vero "patron" del Congresso.
Penso che avere la fortuna di poter assistere anche se solo come fan, ad eventi di concetto internazionale, sia fortuna non da poco. Fortuna, se non si limita la propria presenza al chiacchiericcio e alla foto insieme allo chef di culto.
L'ansia, l'attesa fremente di assistere ad una rivelazione, scrigni di idee misteriose, sentire dal palco parole che si sono attese di udire da sempre. Sorpresa e meraviglia, stupore e a volte incredulitá.
Applausi...e poi?
Si porterá a casa qualcosa, oltre alla memory-card della fotocamera piena? Quali messaggi giungeranno a dei semplici appassionati di gastronomia utili poi anche nella cucina di casa? Si modificherà anche il modo di considerare ed apprezzare una cena al ristorante? Cambierá il modo di trattare il cibo? Maturerà piú attenzione e rispetto per gli ingredienti?
Tante domande. Forse troppe.
La natura del foodblogger è essere curioso, attento, rapito, raccoglie emozioni, memorizza gesti e sapori. In pochi minuti e lontano dai luoghi deputati ideali per seguire un percorso sensoriale a tutto tondo, ma da un palco, da un piccolo piatto, da un sol boccone coglie l'essenza e il lavoro straordinario di uno chef.
Un lavoro durissimo. Ed incompleto. Assaggi low-cost che spesso generano gli stessi vocaboli, termini lessicali "usual" per definire e catalogare le fatiche altrui.
Ma tutto ciò può diventare uno stimolo nuovo per un approfondimento futuro, riuscire a concretizzare una cena, un'esperienza unica, magari economizzando su altre cose, ma prima o poi rendere reale una cena dallo chef che più ci ha incantato da quel palco, che più ci ha trasmesso concretezza ed emozione.
La mia curiositá (e desiderio) é quella di incontrare cuochi e produttori che obbligatoriamente si pongono in un atto di sudditanza verso gli ingredienti: la cucina di qualitá é subordinata e comandata dalla materia prima.
Sta ai cuochi non violarla ma anzi avere la capacitá tecnica ed intellettuale per estrarne il meglio.
Un viaggio virtuale, un giro del mondo tra purezza e semplicità, tra lavoro e ricerca.
Grande curiosità quest'anno, per la cucina sudamericana con Alex Atala -dalla foresta amazzonica al DOM di San Paolo- e Gaston Acurio -le materie prime peruviane ed il peperoncino che diventa arte nel piatto- senza escludere Corrado Assenza e la sua capacità di stupire ancora una volta - le acciughe dolci, le olive candite, la confettura di pompelmo - in un percorso da fiaba leggero eppure così tangibile e frutto di grande artigianalità e tecnica.
Ci saranno altri incontri, altre parole da sentire, il programma è fittissimo e stuzzicante.
A domenica!!
"Foodbloggering is passion". Tu l'hai descritto benissimo, complimenti.
RispondiEliminache bella sintesi! ci vediamo domenica? :)
RispondiEliminaBellissimo post Alex.
RispondiEliminadavvero...hai espresso benissimo il cuore di una foodblogger!!
RispondiEliminaCorrado...passione è vero, ma di fronte a certe realtà spesso solo spettatori a volte troppo superficiali.
RispondiEliminaBabs...si, certo!! ci becchiamo li? a presto allora.))
Monica...grazie
Franci e vale... cuore e intenzioni, spero.