La ricetta è davvero molto, ma molto "banalotta". Forse non è neanche una ricetta...
Aprire, pulire e aggiungere aromi. Poi cuocere (nel guscio)
Tutto si riduce a questo. E questo era quello che vedevo a fare a casa fin dalla mia più tenera età.
Le capesante non sono mai state un "lusso" dalle mie parti...quando il pesce locale abbondava, tre ma anche quattro volte alla settimana in tavola arrivavano cose come queste: branzini, sogliole, moscardini, granceole, moeche, schie (schille)...ma la lista potrebbe continuare per qualche rigo ancora...
Ed ecco perchè certi piatti mi riportano non all'idea del ristorante ma all'infanzia e alle scorpacciate di pesce e crostacei (anche la domenica pomeriggio a volte, quando mio zio rientrava dalla pesca) al posto del thè con i biscottini.
Questo il sistema molto "basic" utilizzato da mia mamma (e che io ostinatamente continuo ad eseguire)
Aprire le capesante, eliminare quella specie di "volant" ondulato che cela di solito molta sabbia, e con un filo d'acqua eliminare altre eventuali impurità. Utilizzare la conchiglia concava come "padellino" e scartare quella piatta. Versare sulle noci di capasanta:
Aprire le capesante, eliminare quella specie di "volant" ondulato che cela di solito molta sabbia, e con un filo d'acqua eliminare altre eventuali impurità. Utilizzare la conchiglia concava come "padellino" e scartare quella piatta. Versare sulle noci di capasanta:
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva,
1 cucchiaio di vino bianco secco,
poco aglio tritato,
sale, pepe
una spolverata di pangrattato. *
Scaldare su fuoco vivo una bistecchiera di ghisa. Sistemare le conchiglie direttamente sulla bistecchiera, e continuare a cuocere per circa 15 minuti. Con una pinza recuperare le capesante e adagiarle direttamente sui piatti da portata. Completare con dell'erba cipollina tritata (facoltativo)
P.S. si possono cuocere anche due noci di capasanta in una sola conchiglia per recuperare spazio sulla bistecchiera.
* per ottenere una maggiore gratinatura, aumentare la quantità di pangrattato e premere bene contro la carne della capasanta.
Un idea davvero intrigante altro che banalotta la terrò ben presente!!baci,Imma
RispondiEliminaImma...ciao cara, come stai? Ho detto banalotta, perchè, sai quelle cose che vedi fare da sempre, con estrema semplicità? non ti sembrano un granchè...poi però ripensandoci ti accordi che hanno una loro utilità:)
RispondiEliminaNo buone, di più!!!! Le voglio!!!!
RispondiEliminaZonzolando... dai... te ne mando un paio:))
RispondiEliminaCiao Alex,
RispondiEliminacercando una ricetta con il cioccolato al gianduia sono capitata qui...quindi: ti rubo la ricetta del plum cake al gianduia e mi unisco volentieri ai toui followers...se vedi un puffo che ti rincorre sono io!!
Buona settimana:)
Mimi...Grazie!! proprio oggi pensavo di fare un plum-cake per la colazione...ruba pure...poi fammi sapere come è andata:))
RispondiEliminaSai che non conoscevo questo tipo di cottura?
RispondiEliminaAppena trovo le capesante ci provo, diciamo a Natale eheheh
Ady...urca...Natale? Se potessi te ne manderei un cestino:))
RispondiEliminame l'ha già detta e la faccio da allora, eccellente la ricetta della tua mamma. Ben trovata. Ciao
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