"Ci sono luoghi bellissimi da scoprire e si mangerà da dio!"
Questo è stato il primo pensiero appena arrivata in Valle d'Itria.
Scusate la franchezza, ma è la pura verità.
Dei borghi ne ho parlato QUI, ora non resta che raccontare quello che ha mi fatto vibrare le papille gustative.
Non solo vino ma anche la tradizione a tavola. I piatti rispecchiano il territorio e pur nella loro semplicità sanno accontentare anche il palato più esigente: taglieri di capopollo, caciocavallo, burrate, tante verdure sia al forno che sott'olio. Cosa non deve mancare almeno la prima sera a Cisternino?
Ma le orecchiette con le cime di rapa no? Bis assicurato!
Un locale che è anche pizzeria ( e la loro focaccia la ricorderò a lungo) pur rimanendo classico nella proposta gastronomica si avvale di una rivisitazione elegante e senza fronzoli.
Antipasti a gogo, primi piatti, dessert. Tutto ben presentato con un tocco di modernità che ben si lega con gli arredo e i dipinti.
Fu proprio durante i lavori di ristrutturazione che fu trovata una nicchia che conduceva ad una botola per la raccolta dell'acqua piovana, e che da un esame più attento, la roccia presente altro non era che la mura dell'antica torre normanno-sveva di Cisternino.
Anche qui un trionfo del territorio: salumi, formaggi, le immancabili verdure e i primi piatti.
Qui siamo davvero dentro la tradizione gastronomica di Cisternino, unica e irripetibile.
La classica macelleria con il banco di esposizione prodotti, si trasforma alla sera in un ristorante per gli amanti delle carni alla brace.
Brace insolita il fornello.
La cottura avviene con degli spiedi posti a fianco del fuoco in un fornello incastonato nel muro.
La carne la fa da padrona con gli spiedi di salsicce, costate, le mitiche bombette - fettina di carne di maiale ripiena arrotolata come un involtino e ripassata nel pangrattato (qui ne ho provate di tre tipologie diverse: con caciocavallo, con pomodoro secco e con melanzane) - ma anche succulente preparazioni nel coccio: la trippa (tenera e succosa) lo stracotto d'asino (posso dire tenero come il burro? ecco lo era, con quel sughetto di pomodoro maturo da tuffraci tutto il pane disponibile).
Non ancora sazia ho trovato un angolino ancora disponibile per della mortadella e del salame d'asino, una burratina e delle verdure sott'olio.
In parole semplici: da Mimmo!
Un vero padrone di casa che non si esaurisce mai nel raccontare le sue storie e ad accudire gli ospiti con i suoi sontuosi piatti.
Sontuosi si, perchè raccolgono dentro tutta la passione e l'amore ha per la cucina e le materie prime. (la spesa la fa lui tutti i giorni)
Il locale è ricavato da quello che un tempo era un ricovero per gli animali, incastrato tra mura bianche, stradine e scalette.
I piatti sono abbondanti e Mimmo invita a non esagerare con le ordinazioni.
Mi fido ma mi butto:
Antipasti gustosi adagiati sul tavolo come perle (come le polpette di pane)
i primi da non dimenticare mai: orecchiette di grano arso con pomodorini, crema di basilico e stracciatella, laganari (sorta di spaghettone alla chitarra con solo grando duro e acqua) con melanzane, pomodoro e cacioricotta. Uno splendore in bocca!
I pranzi si sono svolti direttamente a casa de produttori che ho visitato.
Ma può un pranzo in Puglia essere un "light lunch"?
Nessuno ci crederebbe
Le tavolate sono state lettaralmente ricoperte di tutte le bontà che questa regione ha in sè:
stracciatella, burrate, capocollo, caciocavallo, sott'oli, pizze e focacce, olio buono e vini di corpo e carattere.
Le aziende visitate ( e assaporate)
Tutto il buono che la Valle d'Itria mi ha offerto lo trovate da loro!
Un viaggio slow come slow sono state le soste, le visite, le passeggiate nei borghi, e i tempi trascorsi a tavola.
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